Euritmica10

dal 16 al 27 aprile | Galatina (LE) – Palazzo Micheli-Gorgoni – via Umberto I, n. 33
Doppia personale di Marcello Toma e Stefano Garrisi
| a cura di Raffaele Gemma.

Aperta tutti i giorni
mattino: 10,00 – 12,30
pomeriggio e sera: 17,00 – 22,00<

euritmica

Euritmica è il titolo che gli artisti Stefano Garrisi e Marcello Toma, entrambi di origine galatinese, hanno voluto scegliere per questa mostra che in effetti va a riunire sotto una medesima assonanza le loro opere, di tipologia comunque differente trattandosi di sculture nel caso del primo e di pitture nel caso del secondo. Il connubio è sicuramente pertinente dal punto di vista dei richiami affettivi, in quanto si tratta di due autori che nel corso della rispettiva esperienza di vita, dipanatasi dopo l’iniziale periodo di studio giovanile comune, ad un certo punto e sorprendentemente si re- incontrano sotto una luce diversa, ossia quella dell’arte. Per quanto riguarda le analogie sotto i profili artistico ed espressivo, bisogna chiedersi se sia effettivamente necessario andare a individuarle, dal momento che sono gli artisti stessi a suggerire una chiave di lettura alternativa dei loro intenti, unificandoli sotto un profilo metaforico di tipo musicologico e in particolare sotto quello del ritmo, vale a dire una successione di suoni ordinata, al punto da dare vita ad uno “spartito” dalle risultanze armoniche ed eufoniche, tutto sommato omogeneo.
Garrisi propone, forse per la prima volta tutte insieme, una serie di opere scultoree realizzate a partire dal 2005 in pietra leccese, una roccia calcarea “gentile”, morbida nella malleabilità quanto infida nella labilità, sicché basterebbe un niente per mandare in fumo una fatica di mesi e questo vale soprattutto per le opere di un artista, come il nostro, che lavora a volte “di cesello”, nel tentativo di attuare trasparenze nel gioco di pieni e vuoti.

Toma espone le proprie pitture più o meno a partire dagli stessi anni di Garrisi, con l’atteggiamento discreto che lo contraddistingue, ma aprendo finalmente anche agli altri il suo mondo intimo, dove dialogano due mondi in apparente contrasto, quello tecnologico e quello filosofico. I suoi “rotomatismi”, come egli stesso ama definirli, sono composti da pezzi meccanici, ruote dentate, ingranaggi, talvolta ingranditi e presentati in una sospensione quasi metafisica. A volte vi compare anche l’uomo, l’osservatore, bloccato anch’egli in una sorta di riflessione atemporale “statica ed estatica”, come le macchine, che sembrano quasi partecipare al dialogo con il progettista suggerendo : “fermiamoci un po’ a riflettere”.

La mostra, a cura di Raffaele Gemma, si tiene a Galatina presso Palazzo Micheli-Gorgoni, un palazzo storico del XVII secolo che da anni ospita delle rassegne artistiche, rivelando l’attenzione dei proprietari verso l’arte, gratificante e incoraggiante per chi oggi opera a vari livelli nel mondo della cultura.