Forme sfuggenti, cangianti che ad uno sguardo, pur attento, restano inclassificabili, incomprensibili, inafferrabili.
Disagio, fastidio o, peggio, paura del “diverso”!
Lo straniero è il simbolo di tutto ciò di cui faremmo volentieri a meno e che è latore di sconvolgimenti e rovina.
Preferiamo così l’ignorante sicurezza alla possibilità di nuova conoscenza.
“Les étrangers”, descrivendo la nostra paura, propone un superamento “taumaturgico” dello stato catatonico-fobico che ci assale quando un futuro multietnico compare innanzi ai nostri occhi sotto forma di un essere “altro da noi”.
Stefano Garrisi
